Spagna-Malta 1983: un limone e dodici gol

La Spagna arrivò sino alla finale di Euro ’84. Si arrese alla Francia padrona di casa, ma a quel torneo si qualificò grazie a una rocambolesca goleada…

 

di Stefano Ravaglia

 

John Bonello, portiere della nazionale di Malta, era certo: “Nemmeno dei bambini potrebbero prendere dodici reti. E poi, se accade, come farò a tornare nel mio paese?”. A trentacinque anni di distanza è ancora ignoto come abbia fatto, ma se è ancora vivo, il classe 1958 che difendeva la porta della nazionale attualmente al numero 184 del ranking FIFA, vuol dire che alla fine l’ha superata.

Perché il 21 dicembre 1983, a pochi giorni dal Natale, la Spagna si preparava a vedere la propria nazionale giocare non solo una partita di calcio contro Malta, dal pronostico a senso unico, ma anche a osservare una delle più discusse e celebri imprese della storia del pallone. Non solo il pronostico, ma anche il modo: non contava che gli iberici allenati da Miguel Munoz, avversario da mister del Siviglia proprio in quello stadio fino a un anno prima, vincessero e basta, ma dovevano farlo con almeno undici reti di scarto. Qualificazioni agli Europei 1984, in programma in Francia, ultima partita del girone 7.

Oltre a spagnoli e maltesi ci sono Islanda, Olanda e Eire. Tredici punti per gli olandesi, undici per gli spagnoli. Differenza reti senza storia: +5 contro +16. In virtù del fatto che la Spagna era in vantaggio negli scontri diretti (vittoria 1-0 in casa e sconfitta 2-1 in Olanda) non era sufficiente arrivare a pari punti con quello scarto di gol. Servivano undici reti di differenza perché la Spagna si ritrovasse prima e buttasse fuori gli orange dall’Europeo ancor prima di cominciare.

La rocambolesca goleada

Si gioca al “Benito Villamarin”, casa del Betis, e trentamila spagnoli spingono la roja a una impensabile impresa. Nel 1980 gli spagnoli sono usciti nel girone durante l’Euro disputato in Italia (0-0 contro gli azzurri che alla fine arrivarono quarti) e nel 1982, con i Mondiali disputati sul proprio suolo, sono stati mestamente eliminati proprio dall’Eire. La nazione, storicamente a secco di successi calcistici, ha bisogno che la propria rappresentativa si rilanci.

Quella sera di pieno inverno, pare iniziare malissimo: il palo ferma due volte gli spagnoli, prima dagli undici metri e poi con una clamorosa palla-gol. E’ la squadra del giovane Buyo in porta, di Camacho capitano e di Santillana davanti. Che si scatena nel primo tempo con una tripletta, ma in mezzo c’è stato il momentaneo pareggio di Degiorgio, che manda all’aria gran parte dei piani di rimonta degli iberici. O almeno così sembra: nel secondo tempo, in meno di quaranta minuti su quarantacinque, sui maltesi grandina una pioggia di reti micidiale. Ne fa quattro Rincon, uno Maceda, due Sarabia e un altro Santillana, mentre quello decisivo è di Juan Antonio Senor, che diverrà uno dei simboli del Zaragoza e giocherà in nazionale sino al 1988. E’ suo il fendente che al minuto 84, proprio come l’anno che verrà, porta in Francia gli spagnoli. “Marca” il giorno dopo titola: “Olé!!! Sì, sì, sì, la Espana va a Paris!”.

Ma come accadde in Argentina nel 1978, quando l’albiceleste aveva bisogno di quattro reti di scarto contro il Perù per qualificarsi, e vinse 6-0, anche Spagna-Malta di quel 1983 non è immune da sospetti o addirittura fondate certezze di combine. Nel 2018 Victor Scerri, allenatore di Malta quella sera, disse a una tv spagnola: “Dopo il primo tempo entrò un signore basso vestito di bianco e ci propose un vassoio di spicchi di limone. Non ci offrirono altro. I giocatori li mangiarono, poi si sentirono male. Dopo persero la testa”.

Anche Silvio Demanuele, altro membro di quella formazione, ci andò giù pesante: “Nel secondo tempo avevano la bava alla bocca. Chiaro effetto degli steroidi. Si erano dopati nell’intervallo”. Negli anni successivi, la federazione maltese costruì un importante centro sportivo grazie ad entrate di non chiara provenienza internazionale, calarono  sospetti proprio sul portiere Bonello, protagonista proprio in Spagna anche di uno spot per una marca di birra, e molto altro.

Quello che la prese con più filosofia fu, incredibile a dirsi, il CT olandese Rijvers: “I miracoli esistono anche nel calcio”. Ma quella sera al “Benito Villamarin” il miracolo fu davvero di enorme portata. Quella Spagna arrivò addirittura fino in fondo, agli Europei: perse 2-0 proprio con i padroni di casa della Francia. Un vero peccato: tutta quella fatica, in mezzo a sospetti e miracoli, e il trofeo sfumato proprio sul più bello…

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