Senza velocità né tecnica, Aldridge compensava con un fiuto del gol fuori dal comune e un colpo di testa letale: il passaggio in Spagna del bomber nato nel Liverpool.
John Aldridge atterrò a San Sebastián nell’estate del 1989 con la curiosità di un esploratore diretto verso l’ignoto. Il Liverpool restava alle sue spalle mentre la Real Sociedad, con il vuoto in attacco lasciato dalla partenza di Loren verso i rivali dell’Athletic, gli spalancava le porte della Liga. Un’avventura pionieristica, la prima per un giocatore straniero nella moderna storia della squadra basca. “Tutte le mosse del Real in quel periodo furono una reazione alle manovre dell’Athletic”, ricorda sorridendo il giornalista Mikel Recalde, testimone dell’approdo di Aldridge in una realtà per lui inesplorata.
La storia di John Aldridge alla Real Sociedad è stata ricca di colpi di scena. Dopo anni da protagonista nel Liverpool, il ritorno di Ian Rush lo mise in ombra ad Anfield. A 31 anni, il baffuto bomber sentiva l’esigenza di una nuova sfida. Fu l’ex compagno John Toshack a consigliargli la Liga. Un passaggio storico, il primo giocatore straniero dell’era moderna acquistato dalla squadra basca per 1 milione di sterline. L’impatto di Aldridge con la nuova realtà fu immediato: subito decisivo in Coppa contro l’Atlético Madrileño e con una memorabile doppietta al Camp Nou contro il Barcellona, si guadagnò l’affetto dei tifosi ben prima di finire il periodo di ambientamento.
Aldridge non era il classico attaccante che faceva impazzire il pubblico con giocate spettacolari. Non aveva il passo bruciante dell’ala, né la tecnica sopraffina del numero 10. Il suo stile essenziale nascondeva però un fiuto del gol fuori dal comune e un’abilità nel gioco aereo che pochi bomber possono vantare. Mancava forse di fantasia nel muoversi sul fronte offensivo, ma quando si trattava di finalizzare l’azione, la porta diventava un magnete per i suoi precisi colpi di testa. Un centravanti concreto, che badava al sodo e che con pragmaticità ed opportunismo è riuscito a ritagliarsi un posto nella storia del calcio britannico e spagnolo.
La tradizione della bistecca per ogni gol segnato nacque ai tempi di Aldridge alla Real Sociedad. Una gustosa abitudine avviata da un macellaio di Andoain, che per ogni rete del bomber irlandese gli regalava una succulenta fetta di carne. Una moda poi proseguita con Maho Kodro, che invece prediligeva il nasello. Anni dopo, per evitare un’invasione di cibo nei propri centri sportivi, la dirigenza basca fu costretta a vietare simili regali golosi ai propri beniamini. Ma quella bistecca inaugurale per l’ex Reds resta una divertente testimonianza di un calcio dai sapori antichi, in cui il legame tra squadra e tifosi passava anche per gesti semplici e genuini come quello di quel macellaio.
I due anni di Aldridge alla Real Sociedad fruttarono al bomber inglese ben 40 succulente bistecche, premio goloso per ogni rete messa a segno. Avrebbe potuto incrementare il bottino, visto il contratto triennale, ma la famiglia non si ambientò definitivamente nei Paesi Baschi. Tornato in Inghilterra con il Tranmere, si ritirò nel ’96 dopo una luminosa carriera. Ma anche dopo il ritiro è rimasto un personaggio di primo piano: opinionista in TV e sulla carta stampata, cantante dilettante in un programma irlandese e soprattutto proprietario di un pub nel cuore di Liverpool, l’Aldo’s Place, meta di pellegrinaggio per i tifosi quando si recano nella città dei Beatles.
La passione per il buon cibo spagnolo, che spinse la moglie a farlo tornare in Inghilterra, non si è mai sopita: chissà quante altre bistecche avrebbe potuto aggiungere al suo bottino.