Diffidati e squalificati in Champions, occhio alle semifinali: ecco come funziona il regolamento UEFA

I cartellini pesano come macigni sul cammino verso le final four: semifinali e finale di Champions sono ad altissimo rischio, servono massima attenzione e nervi saldi per non perdere pezzi fondamentali. E’ il momento di azzerare il conteggio delle diffide, ma le sanzioni passate restano: che tensione per giocatori e staff tecnici!

In Champions League, ogni cartellino giallo ha un peso specifico enorme. Avvicinandosi alle fasi finali, diffide e sanzioni pendenti possono far tremare giocatori e staff: ecco perché il regolamento UEFA prevede eccezioni per evitare di perdere pezzi chiave.

Nella competizione più importante, un’ammonizione può essere decisiva. Così, quando semifinali e finale sono vicine, ci si interroga su valore e conseguenze dei cartellini già presi. In Champions il regolamento diverge da quello dei campionati: qui, meno gialli bastano per saltare un turno e – soprattutto – sono previste eccezioni per azzerare il conteggio.

Rispetto alla Serie A, in Champions League basta meno per essere fermati. E questo, con l’avvicinarsi delle final four, alimenta i timori di chi sa quanto ogni cartellino possa pesare. Per questo il regolamento UEFA prevede di annullare il numero di diffide alla fine di ogni fase.

Il conto delle ammonizioni, in semifinale, parte da zero. Ma occhio: le squalifiche precedenti restano, soprattutto se due gialli sono arrivati agli ottavi o ai quarti. Ogni dettaglio va curato alla perfezione: in Champions, non c’è spazio per gli errori.

Gli arbitri alzano i cartellini e i tifosi trattengono il fiato, in attesa del verdetto UEFA: sarà tutto cancellato, o qualche diffida peserà ancora sul cammino verso la finale?

In Champions League il countdown è già scattato, e per qualcuno l’attesa rischia di essere snervante: diffide e squalifiche, infatti, possono decidere le sorti di un cammino europeo.

Il regolamento UEFA, però, prevede un “tana libera tutti”: dopo i gironi e i quarti, il conteggio dei cartellini gialli viene azzerato. Le ammonizioni prese fino a quel punto vengono cancellate, e non influiscono sulle semifinali. Un sospiro di sollievo per chi temeva la figuraccia, coi pezzi migliori costretti in tribuna proprio sul più bello.

Articolo 52.04 del regolamento Champions: dopo i gironi e i quarti, ogni diffida decade. I gialli presi non si sommano, e non costano la semifinale. Una norma ad hoc, per evitare che qualche avventatezza di troppo – o qualche fischio arbitrale fuori luogo – comprometta il cammino delle migliori d’Europa.

Dopo una fase a eliminazione diretta da cuori forti, l’UEFA premia le big con una sanatoria su misura: via le diffide, si riparte da zero. Giusto così, dopotutto sono i dettagli – come le assenze dell’ultimo minuto – a decidere partite giocate sempre sul filo. E poco importa se qualcuno se l’è cavata per un soffio: si fa sul serio, meglio evitare intoppi.

In semifinale di Champions niente è perduto: diffidati, niente panico. Solo il rosso costa la finale!

In Champions, la finale è un sogno proibito per ogni diffidato. O quasi: solo un rosso diretto, in semifinale, può davvero precludere l’ultimo atto.

Per chi temeva di dover rinunciare all’atto conclusivo per un paio di ammonizioni di troppo, il regolamento è chiaro: dopo i quarti, le diffide decadono. I cartellini gialli si azzerano, e non portano alla squalifica in semifinale.

Certo, gli ammoniti in entrambe le semifinali – andata e ritorno – non potranno commettere altri errori. Ma la finale, a meno di espulsioni, resta possibile. La Champions concede una chance di riscatto, per chi ha rischiato di gettare al vento una stagione intera per un paio di entrate fuori tempo massimo: magari non succederà più, ma intanto il pass per Istanbul è ancora lì.

Ma attenzione: se in semifinale arriva il rosso, la Champions non fa sconti. L’espulso salterà senza appello la finalissima. Per una big, l’incubo peggiore: dover rinunciare a un top player nel momento più importante.

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