Valentino Mazzola il campione che l’Argentina non ha conosciuto

Esattamente cent’anni fa, il 26 gennaio 1919, nacque a Cassano d’Adda Valentino Mazzola; considerato tra i più grandi della storia del calcio e, secondo alcuni, il migliore calciatore italiano di tutti i tempi.

Calcio, Storie, Sudamerica, Valentino Mazzola / Mazzola fu il capitano e il simbolo del grande Torino, la squadra riconosciuta come una delle più forti al mondo nel dopoguerra, con la quale vinse ben cinque scudetti consecutivi.

Si mise in luce nel Venezia, allorché iniziò a giocare nella posizione di mezzala sinistra che conservò per tutta la sua carriera e gli consentì di espandere la propria fama oltreoceano.

Conquistato il titolo nel 1948 e con ancora alcune gare del campionato da disputare, il Toro, desiderato da diverse federazioni sudamericane, fu invitato dalla confederazione brasiliana a disputare quattro amichevoli.

Nel mese di luglio del ’48, tra ammirazione ed entusiasmo, Mazzola e i suoi compagni affrontarono Palmeiras, Corinthians, Portoguesa e San Paolo, ottenendo una vittoria, due pareggi e una sconfitta.

Un certo Ernesto Guevara, per tutti “El Che”, appassionato di palla ovale tanto quanto di futbol ebbe modo di intercettare la spedizione granata durante l’ultima di queste amichevoli e rimase estasiato dal loro sistema di gioco.

Lui tra i pali se la cavava piuttosto bene e insieme ad un suo compagno, un certo Granado, difendeva i colori dell’Independiente Sporting: ma soprattutto era un allenatore nato.

In uno dei suoi tanti viaggi lungo il continente sudamericano, nel 1952 a Bogotà, ebbe addirittura modo di portare alla finale di un torneo locale una squadra di militari attuando il “sistema” del grande Torino visto quattro anni prima.

1948. Valentino Mazzola venne tentato dall’offerta del presidente nerazzurro Masseroni di trasferirsi all’Internazionale; sul piatto uno stipendio da favola e la possibilità, a 29 anni, di avvicinarsi a casa.

A stuzzicarlo non furono i soldi ma il pensiero di giocare in Argentina, all’epoca già meta di tanti italiani in cerca di fortuna, nel Club Atletico Huracan di Buenos Aires.

In quegli anni aldilà dell’oceano dominava la Maquina del River Plate, infarcita com’era di campioni, uno su tutti: Alfredo Di Stefano; adottano anche loro il “sistema” e sono già conosciuti come i Millonarios.

L’Huracán, al contrario, non brilla né per il gioco né per la rosa a disposizione, ma conserva un certo fascino essendo la sesta squadra del Paese e per il suo simbolo: il globo aerostatico.

Eduardo Newbery, ingegnere di professione, vi sorvolò i cieli della costa orientale del Sudamerica nel lontano 1909: da qu il soprannome “El Globo”.

Mazzola poté applaudire le gesta di tale Herminio Masantonio tra il 1931 e il 1943; tra i più grandi calciatori argentini di ogni epoca, il centravanti dell’Huracan, è ancora oggi il terzo miglior marcatore della Primera Division.

Le leggende del calcio sudamericano, insieme ai racconti dei migranti, attraversavano l’oceano alimentando l’immaginario collettivo degli sportivi italiani.

Insomma, l’idea di vestire quella maglia si faceva strada nella testa di Valentino ma purtroppo per lui rimarrà solo un sogno: il 4 maggio del 1949 morì insieme a tutta la squadra granata nella tragedia di Superga.

 

Fonte: IlFattoQuotidiano.it, di Marco Colombo.

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