Aprile 1984.
Il Circus ritorna a Zolder, pista sulla quale Gilles Villeneuve ha trovato la morte l’8 maggio di due anni prima. La ‘sua’ Rossa numero 27 nel frattempo è passata nelle mani di un pilota italiano scelto personalmente da Enzo Ferrari, Michele Alboreto.
All’appuntamento belga, terzo stagionale, la scuderia di Maranello si presenta ancora a zero punti: se si esclude l’exploit dello stesso Alboreto nelle qualifiche in Brasile (2°) la situazione inizia ad assumere proporzioni disastrose.
Il trend prosegue nella giornata di venerdì e lo sconforto trapela anche dalle parole del milanese, soltanto decimo:
‘Due secondi di distacco dovremmo darli, non prenderli‘.
Poi cambia tutto.
Assetto, aerodinamica e arriva pure una nuova fornitura di Goodyear.
Fin dal sabato mattina la Ferrari 126 C4 cambia passo e i tempi si abbassano.
In qualifica Michele compie IL capolavoro, unico a scendere sotto il minuto e 15” e ovviamente autore del record della pista. Quattro secondi più veloce rispetto al giorno precedente.
Il suo compagno di scuderia Renè Arnoux completa la prima fila. Tanto basta per le malelingue ma poco importa.
Domenica 29 aprile.
Dopo aver mantenuto il comando al via, Alboreto annichilisce la concorrenza e sotto la bandiera a scacchi precede di oltre 40 secondi Derek Warwick su Renault mentre Arnoux, terzo, è l’ultimo dei non doppiati.
Per le statistiche, l’ultimo pilota italiano in pole su una Rossa era stato Lorenzo Bandini in Francia nel 1966, l’ultimo vittorioso Lodovico Scarfiotti a Monza nello stesso anno.
Un passaggio di consegne ideale dopo la vittoria di gran classe con cui Michele ha onorato Gilles.
Il cerchio è chiuso e, come a volerlo proteggere, la Formula 1 non tornerà mai più qua.